Affari di famiglia by Maurizio Bettini

Affari di famiglia by Maurizio Bettini

autore:Maurizio Bettini [Bettini, Maurizio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Critica letteraria, Saggi
ISBN: 9788815143075
editore: Società editrice il Mulino, Spa
pubblicato: 2010-09-14T22:00:00+00:00


5. Vicende «aggrovigliate»

Facciamo un altro passo avanti. Come si è visto, l’arcobaleno implicat […] sibi («avvolge in sé») i vari colori. L’espressione è anch’essa interessante. Ecco il modo in cui l’ombra di Laio parla dell’incestuoso che contamina Tebe con la sua colpa[21]:

fratres, sibi ipse genuit – implicitum malum

magisque monstrum Sphinge perplexum sua.

«ha generato a se stesso dei fratelli, male intricato, ancor più mostruosamente ingarbugliato dell’enigma proposto dalla sua Sfinge».

Si allude, ovviamente, a quel meccanismo di scombinamento fra i ruoli che ci è ormai noto: chi sposa la propria madre «genera a sé dei fratelli». Interessante però è il modo in cui questo scombinamento, questa confusione, è definita: implicitum malum, e poi monstrum […] perplexum.

In altre parole, l’azione contraddittoria e innaturale di «generare a se stessi dei fratelli» è vista qui come una sorta di ingarbugliamento, di nodo: l’incesto si manifesta ora come una rete di legami inestricabili. Proprio come l’arcobaleno, possiamo dire noi, che implicat sibi i vari colori. Così come l’arcobaleno consiste in un fascio intrecciato di colori, l’incesto produce un garbuglio inestricabile di nodi parentali. Anche questa analogia è interessante. Se prima i rapporti fra arcobaleno e incesto ci si erano manifestati sull’asse della «confusione», del «dubbio» e così via, adesso ci si manifestano anche su quello dell’«intreccio», del nodo. Potremmo dire che conosciamo, ora, la modalità specifica della «confusione» da cui siamo partiti. Si tratta propriamente di un «garbuglio», nell’incesto i ruoli parentali si intrecciano e si cumulano (i «figli» si intrecciano con i «fratelli»): così come nell’arcobaleno i colori si intrecciano l’uno con l’altro.

Ma andiamo ancora avanti. Dell’incesto commesso da Edipo si dice, come si è visto, che è un monstrum, «più perplexum della sua Sfinge». Perplexus costituisce qui una variazione, una conferma del tema a noi già noto dell’implicare. Ma la presenza della Sfinge e del suo enigma, accostati così immediatamente alla figura dell’incestuoso, indirizzano adesso il nostro studio verso un tema di immediato interesse per qualunque studioso del ciclo edipico: quello dell’indovinello. Nelle parole di Laio, infatti, la colpa contratta dall’incestuoso – lo sposare la propria madre e il generare a sé dei fratelli – si configura come «qualcosa di ancor più mostruosamente ingarbugliato dell’enigma a suo tempo proposto dalla Sfinge». Vediamo dunque come Seneca si esprime altrove a proposito di questo celebre episodio. Parlando della Sfinge, Seneca dice[22]:

[…] Sphinga caecis verba nectentem modis

«Colei che intreccia le parole secondo modalità oscure, incomprensibili».

Così come l’enigma è ancora definito[23]:

nodosa sortis verba et implexos dolos

«nodose parole oracolari ed intrecciati inganni».

Ancora il nodo, e la caratteristica dell’intreccio. Non a caso si dice che Edipo riuscì a solvere questo triste carmen, appunto come si scioglie un nodo[24]. Le espressioni non mutano se dall’Edipo si passa alle Fenicie. Qui si parla infatti della Sfinge ancora come di colei che semifero dolos / […] ore nectens («intrecciando inganni […] con la sua bocca semiferina»); mentre più avanti (si tratta di un verso praticamente sovrapponibile al verso 92 dell’Edipo) viene detto[25]:

luctifica caecis verba committens modis

«parole luttuose unendo in cieco modo».

Si aggiunga anzi



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.